Guida all’ascolto di Turandot

Per apprezzare al meglio l’opera che vedremo dal vivo il 12 maggio alla Fenice è molto importante aver prima ascoltato un po’ di volte le arie principali, in modo da rendere più godibile lo spettacolo in teatro. Qui di seguito trovate la trama e le arie principali tratte da YouTube per poter ascoltare liberamente la musica.

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Poster_Turandot

TITOLO:  Turandot.
LIBRETTO: Giuseppe Adami e Renato Simoni.
MUSICA: Giacomo Puccini (dopo la sua morte, il finale fu completato da Franco Alfano).
GENERE: dramma lirico in tre atti e cinque quadri.
FONTI LETTERARIE: Turandotte, fiaba teatrale di Carlo Gozzi.

PERSONAGGI:

  • Turandot, principessa (soprano)
  • Altoum, suo padre, imperatore della Cina (tenore)
  • Timur, re tartaro spodestato (basso)
  • Calaf, il Principe Ignoto, suo figlio (tenore)
  • Liú, giovane schiava, guida di Timur (soprano)
  • Ping, Gran Cancelliere (baritono)
  • Pang, Gran Provveditore (tenore)
  • Pong, Gran Cuciniere (tenore)
  • Un Mandarino (baritono)
  • Il Principe di Persia (tenore)
  • Il Boia (Pu-Tin-Pao) (comparsa)
  • Guardie imperiali, servi del boia, ragazzi, Sacerdoti, Mandarini, Dignitari, gli otto sapienti, ancelle di Turandot, soldati, portabandiera, Ombre dei morti, folla

LUOGO: A Pechino, al tempo delle favole.
LINGUA: italiano.
PRIMA RAPPRESENTAZIONE: 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini.

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TRAMA DELL’OPERA

Atto primo
A Pechino, al tempo delle favole, vive la bellissima principessa Turandot, figlia dell’Imperatore Altoum. Molti principi arrivano da ogni parte del mondo per chiedere la sua mano, ma Turandot ha il cuore di ghiaccio e non intende sposare nessuno. Ognuno dei suoi pretendenti è immancabilmente sottoposto ad una terribile prova: deve risolvere tre indovinelli molto difficili; se non riesce nell’impresa, la principessa ordina che gli sia tagliata la testa. L’ultimo ad aver tentato è stato il principe di Persia, ma anch’egli ha fallito; l’opera si apre con il Mandarino che annuncia la sua imminente esecuzione.
Tra la folla accorsa per assistere al patibolo ci sono anche Timur, anziano re dei Tartari costretto all’esilio, e la sua fedele schiava Liù. Nel tumulto, Timur cade a terra, e a soccorrerlo arriva il principe suo figlio, anch’egli fuggitivo dal paese d’origine; deve viaggiare in incognito per non destare sospetti. Timur abbraccia con commozione il figlio che non vede da tanto tempo, e gli spiega che è stata Liù ad aiutarlo durante l’esilio; il principe chiede a Liù come mai abbia deciso di correre questo rischio, e Liù risponde ‘Perché tu un giorno mi hai sorriso’. Intanto la folla aizza i servi del boia, che stanno affilando le loro lame (Gira la cote!), e invoca l’apparire della luna (Perché tarda la luna?); i ragazzi intonano Là sui monti dell’est. Quando la folla vede il principe di Persia avanzare con fermezza verso il patibolo, ne ha pietà e chiede che gli sia data la grazia.
Allora appare la principessa Turandot che, con un gesto inequivocabile, ordina gli sia tagliata la testa. Il principe, non appena la vede, l’ama. A nulla servono le suppliche del padre, ormai ha deciso: anche lui chiederà la mano dell’algida Turandot.  I tre ministri Ping, Pong e Pang le provano tutte per distoglierlo dal suo proposito, ma è tutto inutile. Liù cerca disperatamente un’ultima volta di convincerlo (Signore, ascolta!); il principe è commosso, ma rimane fermo nella sua decisione e le raccomanda di prendersi cura del padre (Non piangere, Liú!)

Atto secondo
Ping, Pong e Pang si chiedono se il principe straniero riuscirà a rispondere agli indovinelli di Turandot (Olà Pang! Olà Pong!). Sconsolati, contano quanti pretendenti siano morti negli anni passati, e constatano con amarezza che ormai sono i ministri del boia. Poi con nostalgia pensano alle loro case, dove non possono tornare; sperano che non sia troppo lontano il giorno in cui anche Turandot si arrenderà all’amore.
Intanto la reggia si desta e si prepara alla cerimonia degli indovinelli. Il principe si presenta davanti al vecchio imperatore e alla principessa Turandot, pronto a risolvere gli enigmi. Turandot rievoca alcuni fatti accaduti nella reggia molti anni prima (In questa reggia): una sua antenata fu uccisa da un principe straniero; perciò adesso lei, Turandot, si vendica sui principi che vengono a chiedere la sua mano, e afferma con decisione che nessuno la avrà mai. Dopodiché Turandot recita i tre enigmi che il principe dovrà risolvere (Straniero, ascolta!); con sua grande sorpresa e costernazione, egli riesce a risolverli tutti: il primo enigma ha come soluzione ‘la speranza’, il secondo ‘il sangue’, e il terzo ‘Turandot’ stessa.
Turandot supplica il padre di non darla in sposa allo straniero; il principe, da parte sua, non vuole obbligarla ad un’unione che chiaramente la rende infelice, perciò le offre una scappatoia: le propone di risolvere a sua volta un enigma; prima dell’alba dovrà indovinare quale sia il suo nome; se ci riuscirà, allora potrà mandarlo a morte.

Atto terzo
La principessa Turandot dà ordine che quella notte nessuno deve dormire a Pechino: fa bussare ad ogni porta della città per chiedere a tutti il nome del principe straniero. Il principe aspetta con trepidazione che arrivi l’alba, fiducioso che alla fine il suo amore vincerà (Nessun dorma). Ping, Pong e Pang cercano di convincerlo ad andarsene via, perché hanno paura della vendetta di Turandot se non riusciranno a scoprire il suo nome. Gli offrono donne, ricchezze, gloria: ma il principe li respinge, vuole solo Turandot.
Intanto le guardie hanno catturato Timur e Liù e li portano a cospetto della loro gelida principessa. Liù si sacrifica dichiarando di essere la sola a conoscere il nome del principe. Turandot la fa torturare, ma la piccola schiava non cede; meravigliata, la principessa le chiede dove trovi tutta quella forza; Liù le risponde che le viene dall’amore (Tanto amore, segreto e inconfessato), e che presto anche lei arderà della stessa fiamma (Tu, che di gel sei cinta); poi si trafigge con un pugnale e muore.
La morte di Liù scuote profondamente Timur e tutta la folla; un corteo conduce via il suo piccolo corpo, mentre Turandot e il principe rimangono soli. Il principe la affronta con fermezza (Principessa di morte!) ma anche con tutta la forza del suo amore; Turandot lo respinge, ma non riesce ad evitare il suo bacio. Arriva l’alba, Turandot è vinta, l’amore scioglie finalmente il suo cuore di ghiaccio. Il principe le svela il suo nome: si chiama Calaf; ora, se lo desidera, può ancora mandarlo a morte. Davanti all’imperatore suo padre e a tutto il suo popolo, Turandot dichiara di conoscere il nome dello straniero: “Il suo nome è… Amor!”. La folla acclama festosa, mentre Turandot e il principe si abbracciano.

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Arie celebri
(ho contrassegnato con l’asterisco quelle indispensabili)